Briciole

viaggio 4

Il viaggio è entrato nel vivo: è cominciato "il lavoro" vero e proprio su di me.
Al momento mi sembra di essere come all'inizio di un'escursione in montagna, o di una passeggiata in una città nuova, quando ci si sente degli estranei in un luogo sconosciuto; si è un po' intimoriti, ma si ha voglia di esplorare.
Ecco, mi sento così.
Nello studio di psicoterapia arrivo sempre con l'animo sospeso, senza sapere cosa aspettarmi, ma con molta curiosità.
Credo che la curiosità sia un ottimo segno.
Al quarto incontro sono quindi entrato sentendomi molto fiducioso, impaziente di cominciare.

Lo psicologo mi ha chiesto subito come va, come mi sento in questo periodo.
Mi sento come al solito, con pochi alti e molti bassi,
lunghi e profondi bassi.
Non c'è da stupirsi: dopotutto, ho appena cominciato a farmi aiutare, quindi non ho novità.

Mi siedo e si inizia.
Dopo avermi insegnato un esercizio di rilassamento (da utilizzare soprattutto in futuro, dopo le sedute più toste dal punto di vista emotivo), lo psicologo mi ha fatto affrontare quello che per ora sembra uno dei primi ricordi in cui mi sono sentito "inadeguato" da piccolo.
Non voglio soffermarmi sull'attività svolta (emotivamente intensa), ma dirò solo che il risultato è sembrato ottimo: in base a come mi sono sentito alla fine, sembra che io sia riuscito a "trasferire" efficacemente questa memoria nella parte razionale della mente, togliendola quindi dalla parte emotiva, quella in cui da sempre risiedeva e che mi fa star male ancora oggi.

Sono nelle mani di un professionista preparato e di lunga esperienza, ma non riesco a non chiedermi: è davvero così facile e veloce spostare i brutti ricordi per renderli inoffensivi?

Ho detto più volte che ho fiducia nel percorso che ho scelto di affrontare, ma ho ancora un po' paura che io stesso mi stia prendendo in giro, di essermi buttato dentro un inutile balletto fra uno specialista, che "vende" il suo lavoro, e me, che volentieri mi ci affido pur di sentirmi aiutato, con il rischio di capire, solo alla fine della musica, che quello che ho fatto non è servito a nulla e che pian piano tornerò sempre a stare male.
Probabilmente è un dubbio lecito e penso che faccia parte del gioco: tutto sta nel decidere di fidarsi e vedere come va.
E poi i ricordi che ancora oggi frenano la mia vita sono tanti, mentre per adesso ne ho affrontato soltanto uno; quindi la strada da percorrere è lunga.
Come mi sentirò in futuro: questa è la prova per capire se ne sarà valsa la pena.
Nel frattempo si va avanti.

#crescita #psicologia