Briciole

viaggio 3: un luogo sicuro

Terzo incontro con lo psicologo, sempre preparatorio, credo.
Tema: definire con 5 aggettivi il rapporto che c'era tra i miei genitori e me, durante la mia infanzia, fino a circa 12 anni.
E' stato complicato: non mi sento in grado ricordare, valutare e soprattutto dare aggettivi a "come era mia madre/mio padre nei miei confronti". I ricordi non sono così chiari, dopo tanto tempo; e soprattutto, io non sono bravo a capire (tantomeno, a ricordare) com'è l'atteggiamento di una persona nei miei confronti. Nemmeno adesso intendo, da adulto.
Ma mi fido dell'utilità di quello che mi chiede la mia guida e cerco di decidere di pancia, così alla fine gli aggettivi li trovo.
La testa mi dice "attento, devi pensare esattamente all'aggettivo giusto: concentrati, sennò tutto questo lavoro andrà nella direzione sbagliata".
Ma la testa si sbaglia: lo psicologo mi rassicura sul fatto che va bene lavorare su quello che esce d'istinto e se nel tempo affioreranno altri ricordi o altri aggettivi, se ne terrà conto e si aggiusterà il tiro.

Un'ultima domanda che mi ha fatto mi ha molto colpito: "hai un luogo sicuro, reale oppure mentale, in cui ti senti tranquillo e senti di avere il controllo?".
Ci penso.
Ci ripenso, mentre il tempo passa e lui attende.

No: non ho un luogo sicuro.

Da alcuni giorni cerco di scavare nella memoria e nelle sensazioni, ma no: non mi viene in mente nulla.

Comunque sia, sembra che adesso ci sia materiale a sufficienza: dice lo psicologo che dal prossimo incontro cominceremo il lavoro vero e proprio su di me, a partire da alcuni ricordi specifici.
L'obiettivo sarà spezzare la catena con quelle esperienze e quelle emozioni, brutte, vissute da piccolo che ancora adesso, a più di 50 anni, mi fanno sentire inadeguato esattamente come allora e mi bloccano.
Me l'ha confermato: quei ricordi, quelle emozioni negative sono lì, fisse nell'emisfero destro e per come funzioniamo noi umani, queste agiscono oggi esattamente come allora: inevitabilmente mi fanno reagire come quando sono nate, da piccolo, ripetendomi che sono inadatto, che ho qualcosa che non va e quindi mi lasciano frustrato, arrabbiato, eccetera eccetera...
Voglio trovare quel luogo sicuro.

#crescita #psicologia