Briciole

sereno (long)

La giornataccia al lavoro di ieri è passata.

Ieri ho dovuto rifare una cosa quasi daccapo su decisione dei capi, che si erano anche arrabbiati per un problema nella documentazione di cui nessuno si era accorto e che aveva poi bloccato tutto.
Va bé, per farla breve, visto che dovevo rimettere mano al lavoro, i capi hanno deciso di approfittarne e apportare varie modifiche, e tutto da rifare con una scadenza brevissima: avevo disponibile solo la giornata di ieri per ricominciare, completare, controllare e fare le modifiche in caso di errori, ricontrollare.
Un incubo.
Mentre lavoravo in silenzio volevo scappare, ma non potevo.
Oppure sbottare, sfogare la rabbia che sentivo fin dal primo intoppo del giorno prima, rompere qualcosa. Ma ovviamente non potevo.
Non riuscivo nemmeno a stare tranquillo, prendere il momento per quello che è, fare il mio lavoro e basta.

Ha pesato l'urgenza, unita alla paura di fare errori o commettere altre sviste ed è stato molto pesante, psicologicamente.
Ma soprattutto ha pesato la paura del giudizio: mi sentivo responsabile per la battuta d'arresto e avevo sempre in mente il momento in cui i capi si erano arrabbiati.
Messe insieme varie sensazioni negative, ho vissuto tutto piuttosto male.
Ma dovevo fare, e per tempo.
Da un lato mi sforzavo di concentrarmi, ma il bambino dentro di me piangeva, perché non voleva dover affrontare quel momento brutto ed era nel panico, perché non poteva evitarlo.

Alla fine tutto è andato bene: lavoro finito, controllato, corretto e ricontrollato.
Sono uscito tardi, ed ero sfatto.
I capi erano soddisfatti: sembrava che non fossero più arrabbiati o "giudicanti" per la svista iniziale, per il lavoro fatto male. Erano soddisfatti per la nuova versione fatta in tempo e curata meglio di prima.

Ieri stavo male.
Fra me pensavo in modo disordinato, come sempre, al mio senso di fallimento, di inadeguatezza, al perché non riesco a sentirmi "qualcuno" in nessun ambito della mia vita e al perché vivo così male questi episodi.

Oggi sto bene.
Mi sento tranquillo per il lavoro finito bene e in tempo, non mi sento più giudicato (male) e anzi, ho voglia di ricominciare: cambiare modo di lavorare, aggiornarmi su certe cose (che da tempo non mi interessavano più), buttare via vecchie scartoffie e ripulire.

Davvero, è un po' come quando a casa ci si fa coraggio e si decide di buttare roba che in realtà non ci serve, si fa spazio, si ripulisce e si riorganizza.

Credo che la giornataccia di ieri mi abbia fatto bene: mi ha scosso e mi ha svegliato dal torpore in cui ero caduto senza accorgermene.