Briciole

inizio del viaggio

L'altra volta ho usato un titolo roboante semplicemente per dire che avrei cominciato un nuovo percorso da uno psicologo.
Bene, ho fatto il primo incontro.
È stato un colloquio conoscitivo e, come mi aspettavo, si è rivelato molto intenso per me, dal punto di vista emotivo: mi ha fatto parlare della mia vita, dei fatti significativi e del rapporto con le persone importanti. Ho avuto momenti di emozione intensa.

Alla fine di oltre un'ora di colloquio, lo psicologo mi ha spiegato per sommi capi qual è secondo lui la mia situazione, che dal suo punto di vista è molto chiara e si inserisce in uno degli schemi che fanno parte del suo bagaglio.
Per aiutarmi a capire meglio, mi ha anche disegnato uno schemino: in breve, quello che ho capito è che la mia parte razionale del cervello (la sinistra), che ha a che fare con la parola e con il tempo, ha molto ben chiara la situazione, compresi i problemi, il loro manifestarsi e anche la loro origine; invece la parte del cervello sede delle emozioni (l'emisfero destro) è anche la sede dei miei problemi, nati nei primi anni di vita e poi non più risolti, almeno non del tutto.
L'emisfero razionale (sinistro) non è collegato (o "non si è collegato quando doveva", questo non l'ho capito) con quello emotivo: cioè, quest'ultimo non è collegato alla dimensione temporale, non gliene frega nulla del tempo, quindi reagisce agli eventi così come ha imparato "quella volta" e basta. Per farla brevissima, tuttora io tendenzialmente reagisco a certi eventi negativi allo stesso modo in cui reagivo quando è nato il problema, quindi come il bambino di quell'età, perché è così che funziona il cervello in questi casi.
Mi ha anticipato che il lavoro da fare non si baserà su colloqui e parole, perché questi elementi afferiscono all'emisfero razionale, quello sinistro: non mi ha svelato ancora nulla, ma immagino che in qualche modo dovrò lavorare con le emozioni, per sostituire quelle negative, legate a determinati tipi di eventi, con emozioni positive.
Se è così, sono molto curioso di sperimentare: come si "lavora con le emozioni"? Allo stesso tempo, sempre se si tratta di quello che ipotizzo io, lo vedo un lavoro difficile e lungo ed ho un po' paura di non riuscire ad affrontarlo o di non avere risultati. E in effetti mi ha detto che questo potrebbe anche succedere: se il suo modo di lavorare si riveleranno non adatti a me, dovrà provare a deviarmi verso un collega più adatto.

Questo inizio mi dà speranza, nonostante i dubbi sull'efficacia.
L'unico problema, a questo punto, è il costo delle sedute, davvero alto (e questo professionista non aderisce nemmeno al bonus psicologo, ma questa è un'altra storia...).
Addirittura mia moglie, sempre attenta alle spese e di solito preoccupata dalla nostra situazione economica, che non è proprio da benestanti, insiste di procedere e se serve stringeremo i denti, perché lo ritiene un percorso necessario per il mio benessere. E della famiglia, di conseguenza.

Va bene, ho buttato giù questo post un po' troppo in fretta. Adesso devo capire se far diventare le sedute un argomento del blog, o se parlarne solo ogni tanto, solo per aggiornamenti degni di nota.
Vedremo, questo blog deve ancora predere forma, l'unica cosa certa è che conterrà "briciole" della mia vita, quindi un po' di tutto.

#psicologia