Briciole

cadere e rialzarsi (nulla di grave)

Credevo di stare finalmente meglio, di essere un po’ più sicuro di me, di aver raggiunto una sorta di equilibrio.
Avevo cominciato il diario della gratitudine, avevo cominciato il blog, le camminate, il decluttering digitale, il cambio graduale e “gentile” delle mie abitudini...
Avevo fissato nella mia mente alcune convinzioni-chiave e mi sembrava di aver svoltato.
Poi, una mattina, è bastato il capo che entra nell'ufficio che condivido con altri, chiude la porta (brutto segno, questo...), si siede e dice: “devo parlarvi: mi ha molto deluso il modo in cui abbiamo affrontato -tutti- l’ultimo lavoro”.
Non era una lavata di testa.
E non era nemmeno rivolta a me in particolare, era una sorta di "mea culpa" condiviso, per aver lavorato male, con ovvi conseguenti ritardi e figuraccia con un cliente.
Credo fosse più che altro un invito a darsi una scrollata, a stare più attenti, a cercare di fare meglio. Non era quindi un rimprovero, nemmeno uno sfogo, tantomeno un attacco.
Però è bastato per buttarmi giù il morale e per far ricominciare il loop dei pensieri negativi su di me, sul mio approccio al lavoro e alla vita, sulla mia autostima.
Adesso, so che devo lasciar passare il malumore e fare tesoro di questo ennesimo inciampo: ma come ricomincio a stare bene, soprattutto sul posto di lavoro?
A non sentirmi sotto esame, in ansia, in difetto, eccetera..?
In realtà io lo so come fare, ma qualcosa mi frena, questa pesante coperta di malumore mi blocca, ma al tempo stesso mi fa sentire protetto...